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José de Sousa Saramago
José de Sousa Saramago

José de Sousa Saramago

Portugal | Premi Nobel
Premio Nobel per la Letteratura
Scrittore portoghese, è uno dei romanzieri contemporanei più apprezzati nel mondo. Giornalista e membro del Partito Comunista Portoghese, ha subito la censura e la persecuzione negli anni della dittatura di Salazar. Ha partecipato alla cosiddetta "Rivoluzione dei Garofani" che nel 1974 portò la democrazia in Portogallo. Scettico e intellettuale, ha mantenuto e mantiene una posizione etica ed estetica al di sopra dei partitismi politici e di impegno con il genere umano. Attualmente, consacrato come scrittore universale, divide la sua vita tra Lisbona e l'isola spagnola di Lanzarote (Canarie). Il romanzo Una terra chiamata Alentejo (1980) lo ha rivelato come il grande romanziere portoghese maturo e innovatore. Si tratta di un romanzo storico, ambientato nell'Alentejo tra il 1910 e il 1979, con un linguaggio contadino, una struttura solida e documentata e uno stile umoristico e sarcastico che attirò enormemente l'attenzione. Seguirono opere di grande interesse quali Memoriale del convento (1982), L'anno della morte di Ricardo Reis (1984), La zattera di pietra (1986), Storia del'assedio di Lisbona (1989), Il Vangelo secondo Gesù Cristo (1991) e Cecità (1995), opera in cui l'autore, a partire da concetti etici, avverte sulla "responsabilità di avere occhi quando gli altri li hanno persi". Nel romanzo, Saramago, scettico ma solidale, riflette sulla possibilità che la speranza possa trovare spazio, dopo il nuovo millenarismo che l'umanità sta vivendo. Nel 1998 ha ricevuto il Premio Nobel per la Letteratura; è stato il primo scrittore portoghese a riceverlo.
"Sicuramente esiste una terribile disuguaglianza tra le forze materiali che proclamano la necessità della guerra e le forze morali che difendono il diritto alla pace, ma altrettanto sicuramente lungo la Storia è stato possibile vincere la volontà di degli uomini solo con la volontà di altri uomini. Non dobbiamo confrontarci con forze trascendentali, ma solo e unicamente con altri uomini. Si tratta, pertanto, di rendere più forte la volontà di pace rispetto alla volontà di guerra. Si tratta di partecipare alla mobilitazione generale di lotta per la pace: stiamo difendendo la vita dell'Umanità, questa di oggi e quella di domani, che si potrebbe perdere se non la difendiamo adesso. L'umanità non è un'astrazione retorica, è carne sofferente e spirito in ansia, ed è anche un'inesauribile speranza. La pace è possibile si ci mobilitiamo per ottenerla. Nelle coscienze e nelle strade."


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